lunedì 3 dicembre 2012

Le nostre conclusioni

Il secolo delle innovazioni, del progresso scientifico e di quello tecnologico si è appena concluso; ma il XXI secolo non è da meno: continua la ricerca, la scoperta e il miglioramento. Sembra che tutto sia subito out, c'è bisogno di trovare qualcosa di migliore, si rincorre la perfezione, ma la tecnologia non è mai all'apice della sua funzionalità e dell'efficienza. Si tenta ad investire in tutti i campi, facendo in modo che ogni singola persona possa godere della sofisticata tecnologia appena sfornata dai laboratori di ricerca.
In tutti i campi, già; anche in quelli sportivi: dal tennis al calcio, dal rugby al nuoto, per citarne solo alcuni. Ogni disciplina sportiva si è fusa con la tecnologia, si è sposata con la ricerca e da alla luce un numero ora mai indeterminato di sistemi tecnico-informatici per migliorare ogni prestazione dell'atleta: a cosa porta però questo? Sicuramente lo sport è più tutelato dal punto di vista della sicurezza: l'iniziativa di monitorare gli allenamenti attraverso l'utilizzo di cardiofrequenzimetri, "tute intelligenti", scarpe munite di microchip e altri apparecchi di rilevazione dati, assieme alla messa in sicurezza degli impianti sportivi, ad esempio circuiti automobilistici, fanno in modo che ogni singolo atleta possa praticare la propria attività con la massima sicurezza. Su questo punto penso che non ci sia molto da discutere, ognuno di noi vuole la massima protezione, anche coloro che praticano sport estremi godono di meccanismi che tutelano l'individuo.
Questi dispositivi oltre a mettere in sicurezza la salute di chi pratica sport, rendono anche più efficienti gli allenamenti, mettendo in evidenza le singole mancanze di ogni giocatore o atleta che sia, permettendo, così, di personalizzare ogni esercizio. A nostro avviso, pensiamo che al giorno d'oggi tutto ciò sia indispensabile, anche perchè l'allenamento monitorato e personalizzato è un modo onesto di prepararsi alle competizioni in quanto riguarda solo il fatto di capire e studiare come organizzare il training di ogni altleta. Inoltre, l'allenatore, può decidere su dati concreti chi schierare in campo e premeditare la sua tattica di gioco.
Quest'evoluzione, che ha portato senz'ombra di dubbio a dei miglioramenti, ha portato con se anche delle polemiche; queste riguardano tutto ciò che rende opinabile il risultato dell'atleta, o dello svolgimento della gara. Parliamo quindi di costumi, tute, e scarpe: indumenti che riescono a migliorare le prestazioni sportive in modo discutibile; è l'atleta che deve fare il risultato, non i suoi indumenti: ovvio che non si può pretendere che si corra ancora con scarpe di cuoio, ma penso che la troppa tecnologia, presente in ogni articolo sportivo indossato, crei una piu che giustificata polemica. Appoggiamo l'idea di investire nella ricerca per migliorare il comfort, la praticità e la sensibilità di ogni capo e attrezzo sportivo, ma non concordiamo nel creare risultati falsati e a questo punto oserei dire dopati dalla tecnologia.
Un'altro punto da discutere è quello che riguarda un lato abbastanza ambiguo dell'applicazione della ricerca nel mondo sportivo: il terreno dove si svolgono le manifestazioni. Il miglioramento dell'elasticità delle piste atletiche il cambiamento dei circuiti degli sport a motore, sono delle innovazioni dalle quali si possono trarre solo vantaggi; questo è quindi un sottoinsieme del doping tecnologico? Probabilmente si. Pensiamo che questo sia però accettabile in quanto alcuni tracciati sono stati variati per far fronte al problema della sicurezza: se le vie di fuga sono state asfaltate nella F1, e questo fa in modo che il pilota possa ritornare in gara senza molte difficoltà bisogna accettarlo, dopotutto non è un vantaggio di un solo corridore, ma di chiunque scenda in pista durante la corsa. Ovviamente non si può sempre prendere come elemento comparativo il passato. Tutto si è evoluto e bisogna prenderne atto.
Per quanto riguarda la moviola supponiamo che, non si possa fare di tutta l'erba un fascio: ci sono sport e sport, con regolamenti diversi, con regole oggettive e interpretabili. Quindi credo che non sia più il caso di chiederci perchè il tennis abbia dato il via già da tempo all' Hawk Eye, mentre nel calcio è ancora tutto in discussione.
Prendiamo come esempio concreto ma, distaccato, il fioretto: siamo sicuri che in origine i fiorettisti non indossassero un giubbetto elettronico che rilevava se la stoccata era valida o no; ma penso che nessuno oggi metta in discussione che sia essenziale indossarlo durante una gara. Vediamo però incompatibile inserire la moviola in campo per valutare un fallo, è un fatto troppo soggettivo e non placherebbe le polemiche;le polemiche fanno parte del calcio. Non riusciamo invece ancora a capire perchè il microchip nel pallone, che decreta se questo ha oltrepassato la linea di porta, non sia già stato inserito da tempo nel regolamento della FIFA.
Riassumendo il tutto, pensiamo che molte delle tecnologie abbiano migliorato il mondo dello sport, ma è chiaro che a tutto c'è un limite: come diciamo no al doping farmacologico crediamo che anche il doping tecnologico sia da abolire.
 

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